Finalmente. In questo 2007 solcato da un commercialissimo quanto poco sentito revival del punk, è stato infine pubblicato qualcosa di utile. L'avevo notato con la coda dell'occhio in libreria qualche giorno fa, ma l'usuale giallo della copertina e la solita foto di Johnny Rotten me l'avevano fatto frettolosamente catalogare come ennesimo libro sul '76-'77, come altri ne avevo visto spuntare negli ultimi mesi.E invece no, questa autobiografia di John Lydon viene a gettare un po' d'aria fresca su un fenomeno generalmente frainteso e vissuto ormai dall'editoria come puro folklore.
C'è da dire che l'edizione originale è del 1994, ma festeggiamo quanto meno l'edizione italiana e facciamo finta di niente.
Perchè mi piace tanto l'idea di questo libro (e sottolineo l'idea: non l'ho ancora letto, in effetti). Innanzi tutto, mi piace l'autore: Johnny Rotten è stato una delle teste pensanti del punk, molto più di quanto si fosse immaginato all'epoca, ed è stato anche uno dei più genuini esponenti di un'epoca e di una generazione, che non sempre sapeva cosa stava facendo. Lydon ha parlato poco, finora, della storia dei Sex Pistols. Quanto meno, ne ha parlato meno di molti giornalisti e di quel Malcolm MacLaren che lo stesso Lydon in questo libro definisce semplicemente "uomo di merda" (ebbene si, non l'ho letto ma una sfogl
iatina l'ho data).E poi mi piace il taglio: nessuna mitologia, nessuna apologia, nessuna esegesi, sembrano trasparire dal volume. Semplicemente, il racconto di ciò che è stato, vissuto dall'interno. Ossia, esattamente l'unica cosa che ci possa interessare, e che importi qualcosa.
"Alcuni s'immaginano l'era dei Sex Pistols in diverse gradazioni di bianco e nero. A dire il vero, i colori che ho in mente io sono verde neon o militare con rosa fluorescente: basta che diano fastidio. Può darsi che in fondo sia un intellettuale, ma ho sempre pensato che i colori, come le parole, come le intonazioni, influiscano sulle persone".
"(Sid) era diventato tutto quello che non volevo fossero i Sex Pistols: l'ennesimo rockettaro sfigato e drogato."


