8 dicembre 2010

Strategies Against Architecture IV

Il primo Strategies Against Architecture fu dato alle stampe dagli Einstürzende Neubauten nel 1984, come raccolta di B-sides e live tracks rimaste a margine della discografia del primo periodo della band.

I due capitoli successivi, del 1991 e del 2001, hanno trasformato la serie in una restrospettiva antologica che copre di volta in volta i periodi intercorsi tra una raccolta e l'altra, affiancando live e B-sides ai brani più significativi tratti dagli album di studio. Non proprio un "best of", ma piuttosto una carrellata che può fungere anche da introduzione al lavoro più regolare della band.

Questo quarto elemento delle "strategie contro l'architettura" (un nome che si riallaccia a quello della band, che in italiano suonerebbe come "nuovi edifici che collassano") si inserisce in questo solco, proponendo brani che seguono il percorso del gruppo berlinese nel periodo 2002-2010, tra versioni di studio, mix alternativi, versioni pubblicate solo sui singoli e così via.

La doppia raccolta esce per la Mute Records, nonostante la band abbia sciolto il contratto con l'etichetta dopo l'uscita di Silence is Sexy: forse un obbligo contrattuale li obbliga a questa scelta, o forse la strada dell'indipendenza è difficile da seguire per questo tipo di uscita, come se le compilation fossero un oggetto più facile da gestire per una label più strutturata come può essere la Mute.

I due CD coprono un periodo che è stato molto travagliato per il gruppo, alla ricerca nell'ultimo decennio della propria nuova identità, fatta di riflessività e sperimentazioni sonore sempre più lontane dal chiassoso rumorismo industriale che l'ha resa famosa negli anni '80. Ne esce un affresco complesso, anche un po' schizofrenico, non sempre a fuoco ma ciò nonostante interessantissimo. Blixa Bargeld e soci hanno tentato strade nuove, a volte coraggiose, che li hanno un po' allontanati dal loro pubblico e che faticano ormai ad essere imbrigliate sotto una etichetta di genere.

Per gli amanti della band si tratta come al solito di una occasione per mettere le mani su tracce altrimenti difficili da reperire; per tutti gli altri può essere un'esperienza rivelatoria, sebbene l'ascolto risulti a tratti difficoltoso, anche per la mancanza di coesione di cui soffre un po' la materia proposta.

In ogni caso, va apprezzato il coraggio del collettivo ma anche la sontuosa edizione, caratteristica alla quale la Mute ci ha un po' abituato ma che non si può fare a meno di ritrovare sempre con piacere.

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