2 febbraio 2011

Ma chi è Anna Calvi?

Anna Calvi è un nome che ci ha ossessionato un po' negli ultimi mesi. Cantautrice britannica di origini italiane, lanciata dalla BBC, la bella cantante / chitarrista nata nell'82 è stata definita "la nuova PJ Harvey", è stata accostata a Nick Cave, per lei hanno scomodato accostamenti con chiunque da Nina Simone a Maria Callas.

Inutile dire che ero preparato, all'arrivo di questo album, ad un capolavoro (possibilità: 1%) oppure ad una inenarrabile fetecchia (possibilità: 99%).

Sono rimasto sorpreso in quanto nessuna delle due cose si è avverata. A mia parziale discolpa osservo che se negli scorsi anni la stampa britannica non avesse acclamato una successione di scartine come "next big thing" di turno, forse avrei imbroccato una previsione più sensata.

Diciamo innanzi tutto quello che va detto: Anna Calvi è brava, molto brava. Accompagna una voce suadente, capace di essere sussurro o potenza, ad un indiscutibile magnetismo personale. Suona la chitarra in modo più che apprezzabile, volendo fa tutto da sola (guardate uno qualsiasi dei bei video su YouTube), tiene la scena come pochi e sfoggia uno stile quanto meno interessante.

E quindi? Quindi il punto debole sono le canzoni. Il disco non è male, ma non è neppure memorabile. Ascoltatelo e ditemi se dopo qualche ora vi torna in mente una sola nota. Supera di gran lunga la sufficienza, ed è meglio di qualsiasi cosa abbia fatto la citata PJ Harvey negli ultimi tre lustri (non che ci volesse molto), ma prima di poter capire se abbiamo davvero di fronte quello che ci è stato promesso, dovremo aspettare il prossimo giro. Per adesso, tengo il giudizio in sospeso.

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