22 aprile 2010

Blind Side of the Sofa Surfers

Per molti i Sofa Surfers sono solo "quelli di Sofa Rockers", il pezzo che, nella versione remixata da Richard Dorfmeister, li rese brevemente famosi alla fine degli anni '90.

Per chi scrive sono invece un faro che brilla di luce oscura in un territorio di confine tra rock ed elettronica. Il gruppo austriaco rappresenta da più di un decennio un punto di riferimento in una landa poco frequentata dove si mescolano, in modo naturale e mai artificioso, suggestioni trip hop, dub, acid jazz e new wave, in un flusso organico e viscoso che non concede nulla all'orecchiabile ma solletica l'orecchio con morbide carezze sonore.

Blind Side, quinto album di inediti, prosegue nella direzione tracciata col precedente album omonimo del 2005. Il collettivo si è ormai allargato attorno al nucleo storico, assimilando definitivamente il cantante Mani Obeya, che nel lavoro precedente appariva come ospite in tutte le tracce. Il suono si è fatto via via meno elettronico, abbandonando la predominante matrice dub e presentando elementi rock sempre più in evidenza.

Fanno da ponte col passato le linee di basso pulsanti e gommose, e i pattern di batteria ansiogeni che trainano i brani con venature ormai quasi prog. Ma a donare nuova forma e nuova vita al suono dei viennesi sono da un lato la voce di Obeya, in grado di sorprendere con la capacità di stare perennemente in bilico fra tradizione raggae, sprazzi r&b e improvvise arrabbiature quasi punk, e l'uso serrato di chitarre onnipresenti e nervose, che spaziano dalle ritmiche funk metal al rumorismo no wave.

Un album bello e difficile, sintesi perfetta di trent'anni di tradizioni di buona musica, un mantra onirico e a tratti apocalittico; nove brani capaci di donare nuove scoperte ad ogni ascolto.


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