9 luglio 2010

Faithless

E' ormai lontano il tempo in cui i Faithless ci sorprendevano con la deliziosa electro soul dance di Sunday 8PM.

Siamo qui al sesto album di studio e un certo logorio si fa sentire prepotentemente. Vero è che il problema del reinventare la propria formula si è presentato per tutti i grandi nomi dell'elettronica anni '90, cito a caso Chemical Brothers, Orb, Prodigy, Orbital e via così, dove non tutti sono riusciti nell'impresa di sopravvivere alle mode e ad una certa dipendenza da sonorità che sono invecchiate rapidamente.

Ma alcuni dei nomi citati hanno sfornato album interessanti, con idee originali e coraggiose, vedi soprattutto i Chemical. Purtroppo invece The Dance non colpisce in modo particolarmente positivo, e non è certo un disco che si ricorderà in futuro. La stessa band ha dichiarato che si tratta di un "ritorno alle origini", alla scena dei club dei primi anni '90, e che questo è l'album più dance che abbiano mai realizzato. Il problema è che il disco suona esattamente così: musica da discoteca di 15 anni fa, con pochi guizzi e la penalità di una certa mediocrità di scrittura che non gli consente di elevarsi da una piatta gradevolezza (certo, farà la sua figura se tenuto in sottofondo ad una festa di quarantenni a bordo piscina).

Maxi Jazz, Sister Bliss e Rollo possono fare molto di meglio, e ce lo avevano dimostrato più volte (vedi album come Outrospective e No Roots). Speriamo che in futuro ritrovino la bussola, senza ricascare in revivalismi che sembrano motivati solo da una grave mancanza di ispirazione.

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