13 ottobre 2010

Grinderman 2

Eccolo qua il secondo capitolo dell'arrotino, ossia il side project più anomalo della storia.

Cerchiamo di vederla dal punto di vista di chi non conosce i protagonisti. Un tale (Nick Cave) pubblica una valanga di album con una band (i Bad Seeds), che è composta da un cospicuo numero di membri (alcuni dei quali entrano ed escono). Ad un certo momento, prende una delle qualsiasi formazioni variabili della band medesima, anzi ne prende proprio i membri più fedeli, e decide che questa compagine ridotta costituisce un gruppo a se' stante (Grinderman). A questo punto pubblica un album con questo nome differente, sollevando la non trascurabile questione di come la prendano i membri residui che se ne restano a casa. Suona un po' strano, no?

La cosa più sorprendente in tutto questo è che la mutazione da Bad Seeds a Grinderman si è rivelata sostanziale oltre che formale. La band a quattro (Warren Ellis, Martyn Casey e Jim Sclavunos oltre a Nick Cave) sembra infatti possedere una freschezza ed un'immediatezza che parevano smarriti nei Bad Seeds degli ultimi anni.

Diviso recentemente tra la scrittura di romanzi (Buddy Munro), la composizione di colonne sonore (The Road) e l'abituale lavoro con la band principale, il vecchio Re Inchiostro ha dunque trovato il tempo anche di realizzare questo Grinderman 2. Il disco scorre via liscio liscio e conferma l'idea che i nostri vogliano riportare in vita lo spirito delle origini: quello più ruvido e diretto che pervadeva i Birthday Party e i primi Bad Seeds.

Restano dubbi sulla qualità delle composizioni: pur non scadendo mai in una clamorosa insufficienza, non sempre i brani valgono molto più della loro stessa confezione, e questa forse è una conseguenza inevitabile degli anni che passano per Nick & Co. come per tutti gli altri.

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