E' diventata un po' una moda nell'ambiente indie, e così anche i Black Heart Procession danno alle stampe il loro primo album di remix.
Inutile dire che una band come i BHP potrebbe avere difficoltà a farsi accettare in questo formato dai propri fan, e infatti il disco oscilla un po' indeciso tra remix veri e propri, rielaborazioni e inediti dalla struttura aperta.
Il CD è strutturato come la somma di due EP (che però non sembrano esistere separatamente, io almeno non ne trovo traccia): Blood Bunny e Black Rabbit. Un totale di 8 canzoni in 40 minuti.
Il risultato non è del tutto malvagio, ma non si avvicina neppure lontanamente al valore degli album. Insomma, un'onesta chicca per i fan - ma non consiglierei a nessuno di andare alla scoperta di questa band partendo proprio da qui (se non li conoscete, ascoltate almeno Two e Three, potreste ringraziarmi).
Momento di picco: la versione di Freeze elaborata da Lee "Scratch" Perry, un accostamento che non avrei mai pensato di vedere realizzato in natura.
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