3 luglio 2012

L'Apnea degli O.Children

A due anni dal più che discreto debutto omonimo, gli O.Children si ripresentano con il nuovo lavoro Apnea. Ero molto curioso di sentire cosa avrebbero tirato fuori, considerati diversi fattori che vado a snocciolare per la vostra gioia.

Innanzi tutto, il filone nel quale sembra - almeno ad una analisi suoperficiale - collocarsi la band (i vari paladini del "neo-wave" Interpol, Editors, White Lies) sembra essere giunto ad una fase di stallo, e questo avrebbe potuto suggerire un cambio di registro alla band londinese.

Seconda questione, il primo disco presentava dei limiti stilistici che rischiavano di imbrigliare il collettivo in una classica trappola: "o rifacciamo un disco identico, o diventiamo un'altra cosa", dilemma dal quale di solito escono prodotti incerti e deludenti.

Infine, per qualche motivo quel primo album mi aveva irretito come solo i dischi genuinamente pop possono fare: avevo iniziato ad ascoltarlo compulsivamente, pur conscio che non fosse un'opera epocale. Si trattava di un disco ben scritto, certo, ed anche di una certa sostanza, ma confesso di aver avuto la classica sensazione di essere null'altro che il perfetto target di quel blend di reminiscenze gothic, elettronica a sprazzi, voce cavernosa e ritmiche quadrate, con l'aggiunta qua e là di elementi a sorpresa.

Prodotto tra una serie di difficoltà - il cantante Tobias O'Kandi ha rischiato di essere costretto a lasciare il Regno Unito per problemi di immigrazione - il secondo album sceglie una strada conservativa, mantenendo tutte le caratteristiche dell'esordio, ma riesce in qualche modo a suonare ancora fresco, come una ideale ma non scontata "parte 2".

Holy Wood apre molto bene le danze, e il disco snocciola via via brani un po' più oscuri alternati ad altri dalla melodia spiccatamente pop, pur arrangiati nelle sonorità più darkettone che hanno condannato gli O-Children, come decine di gruppi prima di loro, ad essere eternamente associata ai Joy Division. Tra le migliori potrei segnalare Red Like Fire, oppure Yours for You, ma sono pochi i momenti sotto tono. Se non li conoscete, provate a farvi assorbire dalla profonda voce baritonale del leader e fatemi sapere se anche voi sviluppate dipendenza.

1 commento:

rose ha detto...

ahi, temo di essere anch'io il target perfetto, non li conosco ma ora li ascolterò :o)