25 ottobre 2012

The Seer, il fiume in piena degli Swans

Accingermi a scrivere le righe che seguono mi ha portato alla mente la famosa frase che sostiene che "parlare di musica è come ballare di architettura" (attribuita a Frank Zappa ma anche ad una mezza dozzina di altri).

Non che questo sia vero per gli Swans più che per chiunque altro, o per questo particolare disco più che per qualsiasi altro. Forse è giusto ammettere che sono intimidito dal materiale sonoro di quest'album perché temo di dire cose molto scontate, sciocche e banali. Come faccio sempre, probabilmente.

Comincio allora dalla più scontata: Mr Gira ha sorpreso tutti con quest'album, soprattutto dopo il precedente My father will guide me up a rope in the sky, che nel 2010 aveva segnato il ritorno in studio degli Swans dopo quattordici anni di silenzio. Laddove infatti quest'ultimo era stato un album di canzoni dalla durata relativamente breve, dove veniva dato grande spazio a liriche complesse, qui a farla da padrone sono le lunghissime parti strumentali, con il cantato relegato quasi sempre in coda a fare quasi da chiosa ad ondate di materia sonora che mescolano folk apocalittico, post rock, psichedelia e ripetizioni dal sapore doom.

Un po' come a sottolineare una totale libertà stilistica, il musicista americano si svincola dunque dalla prova precedente, che aveva goduto di ottima critica, e si lancia nel vuoto con una raccolta che richiede un'assimilazione ben più complessa. Ma paradossalmente non è un materiale che respinga, come ai tempi delle prime uscite nei lontani anni '80, dove la sperimentazione conduceva a dissonanze e momenti di strazio sonoro, allora strumentali ad una espressività che era necessaria per discostarsi dalle follie di plastica del tempo corrente. Oggi Gira è un artista che si dice più maturo e consapevole, ed anche più sereno, condizione che si riflette in una migliore fruibilità anche delle sue composizioni meno facili.

Ci ho messo del tempo ad accettare che queste due ore di musica siano al contempo così ostiche e così attraenti, così complesse e così digeribili. Come pure pare strano che gli Swans nel 2012 possano ancora firmare un'opera tanto significativa, come se per loro il tempo non fosse un ostacolo ma anzi un alleato. Gira, ormai cinquattottenne, ha dichiarato che "ci sono voluti 30 anni per realizzare un album come questo" e che The Seer rappresenterebbe "la summa di tutti i precedenti dischi degli Swans e di tutta la musica che ho realizzato fino ad oggi". A me pare addirittura che prescinda da tutta la musica realizzata fino ad oggi, il che è ancora più incredibile.

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