10 novembre 2012

Bat For Lashes, bianco e nero

Natasha Khan giunge al terzo capitolo della sua produzione sotto lo pseudonimo Bat For Lashes, proponendoci questo bel dischetto che è The Haunted Man. Dico subito che l'album è molto godibile e non deluderà chi aveva amato il secondo, ma devo anche sottolineare che lascia irrisolti gli interrogativi sulla direzione musicale e sull'identità artistica che erano già sorti in passato.

Se da una parte l'album si presenta con una copertina basata su una semplice, seppur splendida, foto "naked" e in b&w, un segno di rottura rispetto all'immagine di Bat For Lashes costruita sulle coloratissime e strutturate copertine dei due album precedenti, dall'altra parte conferma, una volta messo nel lettore, una certa difficoltà dell'artista inglese nell'affrancarsi dai propri modelli.

Nonostante un evidente sforzo nella semplificazione degli arrangiamenti, che sono più spogli e lasciano modo alle canzoni di venir fuori non appesantite da stratificazioni inutili, sono proprio le scelte compositive e l'uso della voce a riportarmi continuamente alla mente le diverse cantanti alle quali Khan viene inesorabilmente accomunata, su tutte Kate Bush (quella della metà anni '80) e Tori Amos (quella dei primi album). Nulla di male, naturalmente, anzi posso dirmi ben felice di trovare riferimenti a simili illustri esempi in un album pop del 2012. Mi è però difficile, e penso lo sia per qualsiasi ascoltatore dall'orecchio non vergine, farmi un'idea di cosa sarebbe Bat For Lashes senza questi rimandi.

Rimandi che sono tra l'altro inevitabili e probabilmente nemmeno percepiti dalla stessa autrice, la quale ha già certamente il suo bel daffare a rimuovere l'handicap di partenza della propria femminilità, una connotazione che in campo musicale, checchè si sia nel 2012 (anzi la situazione sta forse peggiorando), è sempre difficilmente spendibile se non si vuole puntare su movenze sexy o su banali strimpellamenti folk sentimentali su quanto sia brutto essere mollate dal tipo.

Una nota di merito per i brani più orecchiabili: Laura è un esempio di come si possa essere passati in radio con una canzone canticchiabile ma anche intrigante e non banale. Brava Natasha.

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