20 gennaio 2008

Kill Your (new?) Idols

I primi anni 2000 hanno visto il sorgere di un fenomeno musicale che ha riportato al centro dell'attenzione la cosiddetta "scena" di New York: un numero imprecisato di band che, come altrettante meteore, hanno improvvisamente solcato il cielo del panorama discografico, in attesa di poterne diventare stelle fisse.

Yeah Yeah Yeahs, Liars, Gogol Bordello, Black Dice, A.R.E. Weapons, nomi che tra loro hanno spesso pochissimo in comune, se non il fatto di nascere e muoversi a New York - e più facilmente a Brooklyn - e di aver scelto forme espressive che, lontane dal pop e dal rock più mainstream, si rifanno in modo più o meno esplicito alla realtà musicale della grande mela di fine anni '70 e inizio anni '80.

Anni in cui sorgeva la cosiddetta "No Wave", ondata musicale disperata e negativa, celebrata in una nota raccolta curata da Brian Eno, che vedeva tra i suoi esponenti più illustri i Teenage Jesus and The Jerks di Lydia Lunch, i DNA di Arto Lindsay, i Contortions di James Chance, i Mars, i Theoretical Girls di Glenn Branca, i Suicide di Alan Vega e Martin Rev, i Lounge Lyzards e molti altri ancora più oscuri.

La No Wave fu un fenomeno breve e di difficile decifrabilità, nato nell'ambiente artistico dei New York, fatto di pittori, attori, performers di vario genere, sobillato dalla fiammata del punk anglosassone, del quale venne ripreso il "do it yourself" e l'invito a suonare uno strumento senza studio ne' esercizio, ma del quale venne rigettato come irricevibile il modello musicale dei tre accordi e del rock alla Chuck Berry, che agli artisti newyorkesi pareva un modello arcaico e privo di alcun interesse. Ecco allora nascere, in modo indipendente e senza mutuo interscambio, almeno all'inizio, band composte da personaggi che si occupavano in origine di tutt'altro, nelle quali la musica si fa abrasione e alienazione, il suono è pura dissonanza e scatenato disordine (apparente), la struttura è un concetto rivedibile, la voce si fa strumento per far esplodere la psicosi, la frustrazione e le contraddizioni di una cultura e di una società che stava collassando.

Il fenomeno No Wave ha lasciato dal punto di vista discografico poche chiazze sparse, ma ha influenzato in modo significativo personaggi che l'hanno vissuta facendo parte della stessa area geografica e culturale: gli Swans di Michael Gira, J.G Thirwell alias Foetus, i Sonic Youth. Realtà che hanno avuto un seguito ben più vasto e che hanno portato avanti una tradizione sonora e lirica del tutto particolare.

Scott Crary nel 2004 ha realizzato un documentario, ora edito in Italia nella benemerita collana RaroVideo, nel quale, grazie a interviste e filmati d'epoca, si ripercorre la nascita della No Wave, e si cerca la possibile relazione con i nuovi gruppi newyorchesi.
Il filmato da un lato offre un eccezionale spaccato della No Wave e dei suoi protagonisti, dall'altro svela quanto i nuovi eroi siano diversi dalla vecchia guardia, per motivi che vanno da quelli storici (New York non è più il crogiolo di artisti squattrinati e depressi che era allora) a quelli discografici (dal totale disinteresse si è passati alla pompatura esagerata di fenomeni spesso effimeri). Un video da guardare assolutamente, con extra interessanti e un bel libretto esplicativo.

Nessun commento: