13 gennaio 2008

Richard goes mainstream

Richard Kruspe, per chi non lo sapesse, è il granitico chitarrista dei tedeschi Rammstein, gruppo techno-metal (o Tanz-Metall, come dicono di sè stessi) di enorme successo.
Emigrate è un progetto parallelo, nato nelle pause di lavorazione, nel quale Kuspe assume il ruolo anche di cantante, oltre a quello ovvio di chitarrista.

In pratica si tratta di un esperimento solista, sebbene formalmente si tratti di un gruppo: Kruspe è infatti anche l'autore di tutti i brani.
D'altronde, il faccione del chitarrista sulla copertina dell'album non lascia adito a dubbi sull'importanza degli altri membri della band.

Pur seguendo da anni i Rammstein, non sapevo dell'esistenza di questo disco fino a quando non mi ci sono imbattuto in negozio. Ho scoperto solo dopo che è già stato pubblicato da tempo un singolo e che alcune tracce erano state rese disponibili sul sito ufficiale dedicato alla band sin dalla prima metà del 2007.

Emigrate è un disco caratterizzato da un indiscutibile appeal commerciale. La voce di Kruspe, ben diversa dal grugnito testosteronico sfoggiato dal cantante dei Rammstein, è caratterizzata da toni medio-alti e da una maggiore mobilità melodica, sebbene resti nell'ambito di un canto minimale e teutonico. La scelta dell'inglese per i testi rivela però l'ambizione di arrivare in modo più diretto al mercato anglosassone (e per riflesso a quello mondiale).

I brani sono tutti facilmente memorizzabili e canticchiabili, la chitarra sfoggia ritmiche solide e melodie brevi ma di sicura efficacia, le atmosfere richiamano alla mente dei Rammstein più morbidi e nostalgici: una sorta di crepuscolarità di seconda mano che difficilmente può sembrare sentita, ma credibile ad un ascolto superficiale.
Un disco per ragazzini romantici, una produzione furbastra, un episodio soprassedibile e che verrà dimenticato in fretta.
Peccato che il disco mi piaccia in modo subdolo, peccato che l'abbia ascoltato e riascoltato. Devo dedurne che a 35 anni, mio malgrado, ho ancora un po' di ragazzino romantico in qualche recesso del cervello. Ma guarda tu.

Nessun commento: