11 febbraio 2010

Crollo nervoso

Mi capita troppo spesso di comprare un DVD e poi metterlo lì a fare la muffa. Mi è successo anche con Crollo Nervoso, uscita della Spittle che ha attratto la mia attenzione non solo per l'argomento (la new wave italiana degli anni '80) ma anche per l'artwork decisamente originale.
L'ho messo sullo scaffale a metà dicembre, poi l'ho portato in giro nelle vacanze di Natale pensando che l'avrei visto nei tempi morti, alla fine è tornato sul suo scaffale. Per sbloccare questo meccanismo ho dovuto approfittare della visita di un amico, al quale l'ho propinato a tradimento qualche sera fa. E quindi ora posso parlarne qui.

Crollo Nervoso è una serie di tre documentari da circa 50 minuti l'uno, dedicati rispettivamente alla scena bolognese, a quella fiorentina ed alle restanti realtà italiane.

Pierpaolo De Iulis, regista e ideatore del progetto, ha scelto un taglio giornalistico di scuola, che privilegia la narrazione dei fatti e fornisce una cornice sociologica al fenomeno, trascurando un po' la presentazione del materiale artistico. Alla fin fine si sente parlare tanto, si vede molto materiale dell'epoca ben montato, ma non è che si ascolti tanta musica: si tratta soprattutto di frammenti spesso coperti dalla voce narrante.
Ma dal punto di vista documentaristico il lavoro è egregio. Non mancano un inquadramento del periodo, la storia della nascita delle band e dei locali nelle quali emersero, i principali eventi discografici, un'indagine su come si spense il movimento (se mai ci fu qualcosa che così si possa definire). Soprattutto, si citano tanti nomi poco noti ma di assoluto interesse (Minox, Limbo, Carillon del Dolore, Underground Life, tanto per fare qualche esempio), fornendo ottimi spunti per la curiosità di chi volesse approfondire.

Una visione gradevole (e se non fosse per la massiccia presenza in video di Red Ronnie nel primo documentario, sarebbe anche più gradevole) che non rivelerà tantissimo a chi è già addentro alla storia di quegli anni, ma potrebbe fungere da egregia introduzione per i meno smaliziati.

Al DVD si affianca un CD curato da Federico Guglielmi, che ha scavato nei propri archivi recuperando 16 tracce dell'epoca, provenienti da altrettanti demo prodotti da band totalmente sconosciute e che non ebbero molta storia fuori dalle cantine. Un ascolto che forse non regala grandi sorprese ma che restituisce una fotografia del fermento che si visse nello stivale negli anni della new wave italica.

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