8 giugno 2012

dEUS a sorpresa

Essendo uscito da soli 9 mesi l'ottimo Keep You Close, nessuno si aspettava che i dEUS potessero dare alla luce un nuovo album di inediti. Soprattutto parlando di una band che ha l'abitudine di attendere almeno 3 anni tra un disco e il successivo.

Tom Barman, leader del collettivo belga, ha però spiegato che l'uscita dipende dalla grande quantità di materiale pronto al momento di compilare Keep You Close, e dalla mutata strategia del gruppo, che ha preferito aggiungere qualche nuova composizione a quelle canzoni e darle in pasto al pubblico in un'impeto "di getto" piuttosto che lasciarle ammuffire in un cassetto per poi decidere tra due anni se fossero ancora attuali o meno.

Ecco dunque Following Sea, 10 canzoni che in parte tramandano lo spirito di Keep You Close, in parte ripiegano su un mood intimista e più incerto (mi viene in mente qua e là l'incostante Vantage Point), ma puntano soprattutto su un'atmosfera meno tesa e più svagata rispetto al predecessore, per quanto l'aggettivo "svagato" possa applicarsi ad una band come i dEUS.

Il paragone con Keep You Close è difficile e sarebbe ingeneroso: quello era un disco in stato di grazia, una combinazione di elementi alchemicamente efficacissima, insomma un monolito difficile da uguagliare. E infatti un effetto collaterale dell'operazione-bis è proprio, paradossalmente, di mettere questo nuovo album un po' al riparo da un certo tipo di critiche. Nessuno se lo aspettava, e dunque non c'era nessuna particolare aspettativa da rispettare: più che altro una curiosità del tipo "perchè l'hanno fatto?"

Colpisce però in modo estremamente positivo l'incredibile apertura di Quatre mains, brano frizzante, dinamico, divertente ed inquietante allo stesso tempo, nonché prima volta di Barman in francese su disco. Seguono Sirens e Hidden wounds, due di quelle canzoni che non dicono moltissimo al primo ascolto ma crescono ai passaggi successivi. Il contrario di Girls keep drinking, un brano molto ruffiano - quasi troppo - ma vivace ed efficace nel suo intelligent-pop basato su un testo molto divertente. Nothings è invece una splendida ballata dai toni stranianti, mentre la successiva The soft fall sembra quasi riportare alla mente gli episodi più psichedelici di Ideal Crash. Crazy about you è il solo vero passo falso, una canzoncina romantica molto radiofonica ma decisamente banale. Si tratta forse del punto più basso della scrittura della band, e mi viene da pensare che la sua inclusione dipenda da una svista, anche perchè rimuovendola non ci si sarebbe perso nulla. A partire da qui il disco però non perde un colpo: The give up Gene è un brano suadente e ben orchestrato che ci racconta il naufragio della Concordia da un punto di vista originale; Fire up the Google beast algorithm, con i suoi due minuti di energia e ritmo sghembo, potrebbe essere uno dei migliori brani del primo periodo della band; e infine la conclusiva One thing about waves è esente da classificazione: uno di quei brani per cui i dEUS sono i dEUS e voi non siete un cazzo. Oh, pardonnez-moi. 

1 commento:

Highlanders Povegliano ha detto...

Per chi non conoscesse i dEUS e volesse qualche notizia indico il sito italiano dedicato alla band belga:
www.idealcrash.altervista.org