18 aprile 2008

Sorprendenti Neubauten

E' passata più di una settimana dal concerto degli Einstürzende Neubaten a Milano. Probabilmente sono fuori tempo massimo per una vera e propria recensione, ma non potevo trascurare di dedicarvi almeno qualche riga.

Giornata piovosa e freddina per essere il 10 aprile. Sono entrato all'Alcatraz piuttosto umido, e un po' cupo.

Niente gruppo spalla, ne' preamboli di alcun tipo: il concerto si è aperto con l'ingresso di Blixa sul palco. Scaletta completamente basata sui brani più recenti. Niente ma proprio niente è stato riproposto dal primo periodo. Divertente l'episodio in cui Blixa, rispondendo ad un fan che, per richiederne l'esecuzione, gridava "Meine Seele brennt!" (un vecchio brano nello stile più rumorista della band) ha risposto "Meine auch!" ("La mia anima arde!" - "Anche la mia!").

I pezzi dell'ultimo Alles Wieder Offen hanno dal vivo una resa eccellente: Die Wellen, Let's Do It A Dada, Weil Weil Weil, tanto per citare qualche titolo, sono tra le esecuzioni migliori della serata. Un po' stancante ho trovato soltanto la successione a metà serata di alcuni dei brani più "tranquilli", molto belli se presi da soli ma durante i quali ho faticato a tenere viva l'attenzione.

Fantastica in ogni momento l'esperienza "fisica" fornita dal gruppo. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, è stato del tutto evidente che tutti i suoni presentati dagli Einstürzende Neubaten nelle loro composizioni provengono dalla percussione o dal trattamento di oggetti reali. Una festa per gli occhi e per le orecchie, costantemente sollecitati e incuriositi da ciò che accade sul palco.

Tutti i componenti sono apparsi in grandissima forma, in particolare Blixa, anche ben disposto alla battuta ed alla risata. Alexander Hache, ormai simile più a Lemmy dei Motorhead che a se' stesso, ha stupito tutti suonando il basso con pose da metallaro e a torso nudo (con esibizione di "panza" e tatuaggi).
Strano il momento di tensione tra Unruh e Blixa, quando quest'ultimo ha redarguito il primo per il rumore prodotto raccogliendo gli oggetti metallici appena fatti cadere sul palco. Una tensione che si è smorzata solo dopo un certo tempo.

Bellissima l'idea realizzata in coda al concerto, quando il gruppo ha eseguito un brano improvvisato, nel quale ogni musicista ha dovuto seguire le direttive trovate su carte pescate a caso da una sacca. Se qualcuno conosce le Strategie oblique di Brian Eno, noterà che si trattava di qualcosa di molto simile.
La musica nata "a braccio" dall'esperimento non aveva nulla da invidiare a brani più "composti" e meditati, dimostrazione questa di esperienza e versatilità. Peccato che sul CD della serata, venduto dopo il concerto, mancassero proprio gli ultimi tre brani.

Una serata che è stata capace di riappacifarmi per un paio d'ore con il mondo, mostrando quanto un manipolo di musicisti, avanguardisti e illuminati, possa ancora divertirsi e far godere gli spettatori con uno spettacolo di altissima qualità.

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