15 maggio 2009

Mirrorball: nuove magie di Foxx e Guthrie

E' spontaneo associare il nome di John Foxx agli Ultravox, dei quali fu il cantante fino al terzo album, prima che la band cambiasse direzione musicale con Midge Ure. Non sono in molti invece a conoscere la sua vasta produzione solista, della quale va ricordato almeno il primo album, Metamatic, un'opera fondamentale per lo sviluppo del pop elettronico e che ha influenzato moltissimi nomi illustri degli anni '80.

Foxx negli anni recenti sta sviluppando due direzioni musicali ben distinte: quella più ambient, testimoniata dalla serie di album intitolata Cathedral Oceans, e quella della raffinata dance elettronica che pubblica assieme al tastierista Louis Gordon, col quale ha pubblicato 4 ottimi album in studio.

Non è nuovo però ad altre collaborazioni: è di qualche anno fa un doppio album con Harold Budd, e nelle scorse settimane è stato distribuito un lavoro a 6 mani con Steve D'Agostino e Steve Jansen.

Questa volta ha unito le proprie forze con Robin Guthrie, un personaggio poco noto al grande pubblico, sebbene si tratti del fondatore dei Cocteau Twins. Le sue splendide trame chitarristiche, spesso rarefatte e oniriche, caratterizzate da un uso dell'effettistica molto personale, hanno fatto da perfetto contraltare alla indimenticabile voce di Liz Fraser. Anche lui non è nuovo alle collaborazioni estemporanee, di cui questo nuovo Mirrorball rappresenta soltanto l'ultima in ordine di tempo.

L'alchimia tra i due artisti è sorprendentemente efficace: Guthrie svolge come al solito il suo lavoro di qualità quasi pittorica, spargendo le sue caratteristiche colate di note sognanti; Foxx ci acciunge spunti pianistici, synth d'atmosfera e la sua voce distante e a tratti distaccata, con un effetto complessivo che, pur ricordando i Cocteau Twins più eterei, si risolve in qualcosa di nuovo.

Si potrà dire che si tratta di musica un po' noiosetta, che non riserva nessuna sorpresa dietro l'angolo. Ed è vero: chi pensasse di avere di fronte un disco di elettronica alla Foxx/Gordon potrebbe restare deluso.

Ma ascoltato nel momento giusto è un'opera decisamente evocativa e colma di dettagli che potranno deliziare l'ascoltatore più attento. Decisamente consigliato ai nostalgici, ai romantici, a chi ha amato questi due artisti e vuole riscoprirli in un nuovo tassello in cui si fondono due carriere assolutamente invidiabili.


1 commento:

Michelangelo ha detto...

Sto seguendo la divertente micro-saga "civomitosù" su La Discarica Emozionale (parte 1 e parte 2).

I simpatici birbaccioni hanno ragione su tutta la linea, ma non riesco a condividere il loro astio per l'album di Foxx e Guthrie di cui parla il mio post qui sopra. Che non faccia gridare al miracolo e che non possa essere un "disco del mese" sono ben d'accordo; che sia una immonda ciofeca no. Ovviamente, "de gustibus..." etc etc :)