14 gennaio 2011

Wire, sempre più grandi

Parlare dei Wire è difficile perchè si tende facilmente all'iperbole. Eviterò allora di ricordare che si tratta di uno dei nomi fondamentali del post-punk e di un gruppo che ha avuto una enorme influenza su tutto l'indie degli ultimi trent'anni. Ok.

Red Barked Tree è il dodicesimo album della band, il terzo dal ritorno alle scene avvenuto nel 2003 con l'acclamatissimo Send.

Rispetto a Object47 il disco non rappresenta un grande cambio di percorso, pertanto non c'è molto da aggiungere a quanto avevo detto nell'occasione dell'uscita dell'album precedente.

C'è da registrare l'uscita di Bruce Gilbert, il chitarrista storico che è stato sostituito da Robert Grey. Restano ai loro posti invece gli altri tre membri originari: Colin Newman, voce e chitarra, Graham Lewis, voce e basso, Robert Gotobed, batteria.

L'album infila 11 brani che alternano ricerca, potenza, eleganza, psichedelia, graffi e carezze, nel più puro stile Wire, e lo fa senza cadute di stile e senza perdere mai la tensione. Si ascoltino anche le sole Two Minutes, Moreover e la title track conclusiva, e si avrà la precisa idea di cosa potrebbe e dovrebbe essere la musica oggi, e che invece non è, se non fosse per questi giovanissimi vecchietti.

1. Please Take
2. Now Was
3. Adapt
4. Two Minutes
5. Clay
6. Bad Worn Thing
7. Moreover
8. A Flat Tent
9. Smash
10. Down To This
11. Red Barked Trees

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