22 febbraio 2008

Killing Joke, remasters from the basement of hell

Qualche giorno fa mi è arrivato un SMS che definiva la ristampa di Brighter than a Thousand Suns dei Killing Joke "un'opera dal fascino sinistro, di assoluta disperazione esistenziale".
Ok, non è cosa comune ricevere un SMS del genere. Ciò dimostra che gli amici bisogna saperseli scegliere. Anche col rischio che siano molto pochi: non mi arrivano tanti SMS, in effetti.

Comunque, pur sapendo che l'autore del messaggio è un fanatico senza speranza del gruppo di Jaz Coleman, non posso che condividerne la sostanza: il fascino emanato dai nostri è decisamente sinistro, ed anche quando la materia sonora è apparentemente più patinata e meno graffiante del solito, come in alcuni album della seconda metà degli anni '80, c'è poco da stare allegri. Non dimentichiamo che "lo scherzo uccide"...

C'è da rallegrarsi invece nell'osservare che finalmente l'intero catalogo dei KJ è disponibile in edizione rimasterizzata.

Non che in genere ami molto i remasters ne' le bonus tracks. Le edizioni rimasterizzate in tanti casi sono inutili, e spesso malriuscite, raramente insomma sono da considerare un valore aggiunto. Troppo spesso sono solo una scusa per spillare altro denaro agli appassionati. Le bonus tracks, piaga delle riedizioni, in genere rovinano la coerenza interna dell'album. Prolungandone la durata rompono equilibri a volte instabili tra quantità e qualità.
Molto più gradite mi risultano le raccolte di b-sides a se' stanti, oppure le edizioni doppie, che affiancano alla riedizione del disco originale un secondo disco di inediti, live e quant'altro.
In questo caso però si parla di un gruppo le cui edizioni originali erano ormai in buona parte di difficile reperibilità (io ho impiegato 4 anni a ricostruirne la discografia), e in alcuni casi frutto di mastering digitali non molto ben riusciti.
Alcuni titoli dunque sono decisamente i benvenuti.

Da segnalare innanzi tutto il già citato Brighter than a Thousand Suns, del quale è stata rimasterizzata non già l'edizione pubblicata originariamente nel 1986, ma i mix precedentemente realizzati da Chris Kimsey e poi scartati in favore del missaggio realizzato da Julian Mendelsohn. Il mix presentato nella nuove edizione è decisamente differente, più grezzo e maggiormente vicino allo spirito del gruppo.

Personalmente sono stato anche molto contento di mettere finalmente le mani su Extremities, Dirt and Various Repressed Emotions. L'album rappresentò nel 1990 un "ritorno alle origini" ed è tuttora considerato uno dei migliori lavori del gruppo. L'edizione originale è praticamente introvabile, ed anche la ristampa pare non sia stata distribuita in Italia. E' però ordinabile (tramite negozio o catalogo postale) e ne vale decisamente la pena. L'album è magnifico e l'edizione è ben fatta (c'è un secondo CD con brani extra, il libretto è ben fatto e contiene tutti i testi, la resa sonora è decisamente valida).

Non ho invece ascoltato il remaster di Night Time, ma l'amico di cui sopra mi ha segnalato che finalmente è stata resa giustizia al capolavoro del'85, che nella vecchia edizione in CD suonava davvero maluccio. Un classico che va certamente rispolverato.

Chiudo qui, prima di essere colto dalla tentazione di affrontare una disanima album per album.

Aggiungo però un doveroso pensiero a Paul Raven, bassista dei KJ ma anche di altre formazioni (Prong, Ministry), che ci ha lasciato il 20 ottobre scorso per un attacco cardiaco. Si è trattato davvero, in questo caso, di un "killing joke" che ha stroncato Raven nel sonno a 46 anni.
Un vero peccato, ma la vita è così: quando meno te lo aspetti, finisce.

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