6 dicembre 2008

Byrne & Eno... at home



David Byrne e Brian Eno hanno una lunga storia di collaborazioni alle spalle, sin dall'album More songs about buildings and food dei Talking Heads, che fu solo il primo di una serie di dischi del gruppo newyorchese prodotti da Eno.

Nelle rispettive carriere dei due musicisti resta inoltre memorabile il lavoro a quattro mani My life in the bush of ghosts, l'album che nel 1981 rappresentò il primo esempio di sperimentazione musicale - prima dell'era dei campionamenti e della world music - con l'idea allora del tutto innovativa di sfruttare frammenti di trasmissioni radiofoniche, sermoni televisivi, e tutto quanto potesse servire come suggestione per l'inserimento nel contesto di un paesaggio sonoro.

Dopo ben 27 anni i due tornano ad unire i propri nomi per l'uscita di Everything That Happens Will Happen Today. I germi per il nuovo album - che ha anche un sito tutto suo - sono stati posti in occasione dell'incontro che i due hanno avuto per la pubblicazione della versione rimasterizzata e ampliata di My life in the bush of ghosts, quando Eno ha rivelato a Byrne di avere molto materiale strumentale inutilizzato a disposizione, e gli ha passato un po' di registrazioni.

Dopo circa un anno di maturazione, Byrne si è detto pronto a mettere insieme abbastanza canzoni da poter proporre un album, nel quale i compiti sono stati ben suddivisi: il compositore inglese ha contribuito con la musica e le sonorità, il cantante americano con i testi e le parti vocali.

Il risultato è quello che i due definiscono "electronic gospel": una miscela nella quale la voce - o meglio le voci, in quanto c'è un grande uso di cori - assume un ruolo centrale, ma con un contorno di territori sonori inusuali "alla Eno".

Il risultato, per quanto riguarda il mio parere, non è probabilmente all'altezza delle intenzioni. Salvo qualche momento (soprattutto il terzo brano, l'extraterrestre I Feel My Stuff), l'album suona piuttosto monotono e non raggiunge i livelli ai quali i due dovrebbero aspirare. Molte delle melodie sanno pericolosamente di già sentito, e gli arrangiamenti vocali trasformano l'insieme più in album di canzoni natalizie per famiglie che in un interessante esperimento, come pare fosse nei piani.

Peccato, perchè alla notizia della collaborazione avevo sperato in qualcosa di decisamente diverso.
Se volete verificare il mio giudizio (naturalmente sindacabilissimo), avete a disposizione lo strumento che ho preso a prestito dal sito dell'album. Buon ascolto!

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