21 dicembre 2008

Teenage Jesus and Beirut Slump: Shut Up And Bleed

Ho nominato da poco i Teenage Jesus And The Jerks, parlando del DVD antologico di Lydia Lunch.

Gruppo dalla carriera discografica brevissima, i Teenage Jesus And The Jerks pubblicarono appena due singoli e due EP, per poi dissolversi rapidamente - anche se la leader continuò una lunga carriera di musicista e performer con diverse formazioni o in ambito solista.

Caratterizzati da sonorità dissonanti e dalla programmatica brevità delle composizioni, furono una delle band più influenti dell'epoca: seppero infatti rompere qualsiasi schema del rock e del pop, molto più di quanto non avesse fatto il punk, e restituire in modo quasi fisico l'angoscia metropolitana e l'incapacità di una generazione di riconoscersi in un qualsivoglia modello morale o culturale.

Assieme ai DNA di Arto Lindsay ed ai Theoretical Girls di Glenn Branca diedero uno scossone alla scena musicale newyorchese, consentendo la nascita di nuovi filoni musicali, ed in particolare spianando la strada ai Sonic Youth.

La discografia dei Teenage Jesus And The Jerks, essendo così limitata, è stata molto facile da raccogliere in CD. Già nel 1995 era stato pubblicato un album che in 12 brani - e 18 minuti - raccoglieva l'intera opera della band: venivano riproposti la somma dell'EP omonimo, che a sua volta raccoglieva già tutti i brani dei due singoli Orphans e Babydoll, e degli ulteriori tre pezzi pubblicati nell'EP pre-Teenage Jesus And The Jerks, che contenevai brani sviluppati da una formazione precedente della band, quando c'era anche James Chance al sax.

Pareva difficile che si potesse aggiungere qualcosa, e invece ora esce questo Shut Up And Bleed, che riesce nella quasi impossibile impresa di fornire nuovo materiale interessante, e che risulta dunque il benvenuto.

Oltre ai 12 brani "classici", questa edizione aggiunge altro materiale dei Teenage Jesus And The Jerks - soprattutto live di qualità discreta. In secondo luogo, vengono addizionati i pezzi inediti di un'altra band, attiva nello stesso periodo, anch'essa con Lydia Lunch alla voce: i Beirut Slump, un quintetto del quale nulla, fino ad ora, era stato tramandato ai posteri.

E valeva la pena riscoprirli: nervosi, a tratti folli, hanno poco da invidiare ai più famosi "fratelli" (che risultano maggiormente noti anche per la partecipazione alla raccolta No New York curata da Brian Eno).

Cosa dire di quest'album: splendido titolo, ottima copertina, musica fulminante, urgente ed auto-combustiva. Peccato solo per la scelta di mescolare le canzoni dei due gruppi, una soluzione che, pur non inficiando la riuscita dell'album, complica un po' l'ascolto "filologico". Ma si tratta di un peccato veniale che si perdona volentieri ad un oggetto tanto inaspettato quanto gradito come questa raccolta.

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