3 marzo 2008

(Listen to) And Also The Trees

Ecco finalmente nelle mie mani l'ultimo album degli And Also The Trees. Era introvabile nei negozi in Italia: ho dovuto ordinarlo. Lo ascolto dunque con qualche mese di ritardo rispetto all'uscita sul mercato, avvenuta a novembre dello scorso anno.

(Listen for) The Drag and Bone Man non ha per nulla deluso le mie aspettative, anzi mi ha sorpreso con un livello di scrittura molto alto e con l'assoluta predominanza di atmosfere crepuscolari e quasi claustrofobiche, che non mi aspettavo di ritrovare così presenti in un nuovo disco del gruppo inglese.

Rispetto al precedente Further from the Truth (del 2003), che pure recuperava molti elementi dal passato glorioso della band (vedi il classico e tenebroso Virus Meadow), con l'ultimo lavoro si piomba in territori davvero oscuri, basati su un impasto sonoro molto fitto e dalla voce evocativa e oscura (a tratti greve) di Simon Huw Jones. La strumentazione, rigidamente "analogica", comprende molto contabbasso, la classica chitarra di Justin Jones che conserva in parte le sonorità anni '50 degli ultimi album, incursioni di piano dovute alla nuova entrata contribuiscono a ricreare trame tese e cupe che ricordano da vicino il primo periodo e i fasti della band.

Un nuovo grande tassello nella discografia di un nome storico del dark rock (anche se questa etichetta sta davvero stretta all'originalissimo gruppo dei fratelli Jones). A cercare il pelo nell'uovo, un disco accusabile soltanto di una certa ripetitività, che però si perdona molto volentieri pur di ascoltare gemme come Domed, The legend of Mucklow o The Saracen's head.

Per inciso:
con tanta enfasi sul "ritorno alle origini" non vorrei far passare l'idea che gli album della seconda metà degli anni '90 (da The Klaxon a Silver Soul) mi sembrassero indegni del passato della band. Basati su sonorità meno introverse, ma sempre dotati di grande atmosfera, sono riconducibili per molti versi a degli anni '50 da western noir (ricordano in chiave più oscura il migliore Chris Isaak), e incarnano la dimostrazione di come un insieme di musicisti validi possa evolversi senza aver paura di snaturarsi e continuando a sfornare splendide canzoni.

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