9 marzo 2008

Bangs for president!

Se siete abbastanza giovani, ignoranti o distratti da non conoscere Lester Bangs, allora non ve ne fregherà nulla dell'uscita di questo libro.
Potreste però trarre giovamento dalla vostra condizione di lettori vergini, e procurarvi Guida ragionevola al frastuono più atroce oppure Deliri, desideri e distorsioni, così da gettarvi nella caotica ed irresistibile prosa di uno dei più incredibili giornalisti musicali d'America.

Lester Bangs, nato nel 1942 e scomparso prematuramente nel 1982, stroncato dagli stessi eccessi di cui narrava nei propri articoli, ha percorso la storia del rock e della musica che vi ruotava attorno (pop, jazz, funk) dagli anni '60 all'inizio degli anni '80: si potrebbe dire, con qualche enfasi, dalla nascita alla morte (o alla rinascita, se preferite) del rock.

Una prosa eccessiva e sregolata, quella di Lester, che andava spesso fuori tema, saltando di palo in frasca o cedendo alla tentazione di parlare dei cavoli propri. Recensore appassionato, capace di stroncature feroci (a volte con pentimento successivo) oppure di incaponimento nella difesa di personaggi in declino, per puro affetto di fan. Ecco, sostanzialmente: un fan che scriveva di musica. Categoria ormai quasi scomparsa, almeno nel giornalismo professionale. Non che non ci siano giornalisti competenti o dotati di passione; non esiste più quel tipo di giornalismo, quel tipo di editoria, che consentiva ad uno come Bangs di scrivere solo di ciò che gli pareva.

Questo terzo volume di scritti, pubblicato come i precedenti da Minimum Fax, raccoglie ciò che di più estremo e forse meno attinente alla musica Lester Bangs abbia scritto. L'operazione editoriale merita una tiratina d'orecchie: il volumetto, molto più snello dei precedenti, raccoglie parti che l'editore italiano aveva deciso di omettere dalle traduzioni delle due raccolte già pubblicate. Come dire, "al primo giro ci erano sembrate impubblicabili, poi ci siamo detti: perchè non tirarci fuori due lire"?
Ben vengano però queste ulteriori 137 pagine, che spaziano dall'omicidio Kennedy a Metal Box dei PIL, da Andy Warhol a Elvis, da Van Morrison a William Burroughs, e così via. Il tutto con l'abituale condimento di sesso, droga e rock 'n' roll. Certo, scritto così sembra una frase fatta. Ma all'epoca di Lester, e nella sua vita, era ancora tutto vero.

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