8 novembre 2008

Uragano Jones (Grace, naturalmente)

19 anni: tanto è trascorso dall'ultimo album di quella che è universalmente conosciuta come la "pantera" giamaicana, miss Grace Jones, nota al grande pubblico soprattutto per il successo di Slave To The Rhythm, album del 1985 prodotto da Trevor Horn per la sua ZTT.

Ora, a 60 anni suonati e con le idee, a quanto pare, ancora molto chiare, l'androgina ex-modella torna con Hurricane, un disco composto in gran parte con il compagno Ivor Guest ma che vede anche diverse collaborazioni degne di nota (Tricky, Brian Eno, Sly & Robbie).

Il singolo Corporate Cannibal, oltre ad avvalersi di uno splendido video, può vantare la collaborazione di Tricky e sonorità che ricordano da vicino l'album Mezzanine dei Massive Attack. E proprio con questi ultimi Grace era apparsa di recente, al Meltdown Festival di Londra, dove aveva presentato alcuni dei nuovi pezzi e, per l'appunto, il nuovo video.

Hurricane è un album sorprendente in quanto ricorda da vicino le uscite di Grace Jones dei primi anni '80 (in particolare Warm Leatherette e Nightclubbing) ma contemporaneamente è perfettamente ancorato al presente - se non al futuro - e non presenta alcun elemento anacronistico.

Il genere dominante è un reggae dub molto raffinato, spesso arricchito da arrangiamenti d'archi e da una elettronica piuttosto presente ma dosata con sapienza.
Le influenze e i rimandi non si contano. I primi due brani - This Is e Williams' Blood - portano alla mente i Faithless. Ma anche ai Massive Attack si pensa spesso, soprattutto in relazione a brani come I'm Crying (Mother's Tears) che non avrebbero sfigurato in Blue Lines. E' evidente invece la mano di Sly & Robbie in una composizione come Sunset Sunrise, un vero e proprio classico dalla melodia indimenticabile.

Ma ciò che tiene insieme il tutto, al di là di arrangiamenti e atmosfere, è la grandissima voce di Grace Jones, il suo recitato che irretisce l'ascoltatore e, man mano che si fa canto e melodia, lo ipnotizza inchiodandolo all'esperienza della musica. Un animale notturno che, tornando nelle ombre dalle quali era stato fagocitato, riafferma con autorevolezza il proprio potere.

Meritano una citazione i testi, che in Hurricane non sono mai secondari rispetto alla musica e impongono una personalità altera ma anche profonda e decisamente convincente. Spesso in quest'album Jones si fa delicata ed intimista, pur conservando il proprio ruolo iconico - si veda in questo senso l'apertura della prima traccia This Is: "This is my voice/My weapon of choice".

Un disco che marca un grandissimo ritorno, e che fa sorgere una legittima curiosità in merito ai due album che, pur completati, non hanno visto la luce nelle ultime due decadi. Forse i tempi non erano maturi, forse la pantera era in agguato in attesa delle proprie vittime. Sacrificatevi con gioia.

Nessun commento: