12 ottobre 2008

The Cure is alive and well

A volte torna utile possedere un televisore. Molto raramente, in effetti, a meno che non lo si usi come mera appendice per il lettore DVD.

Ieri sera però è stato uno di quei rari casi: MTV, nel marasma di inutilità che trasmette quotidianamente, ha pensato bene di chiamare i Cure come headliner del Coca Cola Live MTV.

E la band di Robert Smith ha deciso di dedicare gran parte dell'esibizione (la prima ora, per la precisione) all'esecuzione integrale del disco terminato da poco e non ancora pubblicato (ma preceduto, come vi ho già raccontato, da ben quattro singoli).

Ciò significa che per molti, come il sottoscritto, è stata una ghiottissima occasione per ascoltare 4:13 Dream prima che venga distribuito nei negozi, seppure eseguito dal vivo e dunque con un sound che potrebbe differire anche sensibilmente da quello fissato nella registrazione. E si è trattato anche di un modo per testare la vitalità della band e la tenuta live della formazione a quattro che ha riunito Roberth Smith e Simon Gallup al membro storico Porl Thompson, oltre all'ormai fidato Jason Cooper dietro le pelli.

Per ciò che riguarda il nuovo album, posso dire che finalmente si è potuto ascoltare qualcosa che avrebbe potuto essere il degno seguito di Wish. Non che nei dischi usciti dopo il 1992 non fossero presenti anche cose dignitose, ma è opinione comune, e la condivido, che per un motivo o per l'altro si sia trattato di lavori non esaltanti. L'ultimo The Cure del 2004 aggiungeva poi ad una certa stanchezza compositiva, una produzione quanto meno discutibile, toccando uno dei punti più bassi nella producione dei nostri.

Nella serata di Roma invece le nuove canzoni sono sembrate solide e in alcuni casi brillanti, vedi l'opener Underneath The Stars, o i due brani di chiusura (The Scream e It's Over), ma pure alcuni tra i singoli (Freakshow o l'eccellente Sleep When I'm Dead).

E' evidente che Porl Thompson abbia riportato unità, dal punto di vista compositivo, ad un ensemble che traeva ormai linfa dal solo Smith o quasi (eccezion fatta per le linee di basso di Gallup). E proprio dal vivo si è potuto osservare quanto sia importante il suo apporto nelle nuove canzoni.

Attendo ora con una certa impazienza l'uscita dell'album in modo da poter apprezzare le versioni registrate in studio. Ed anche, magari, la pubblicazione del famoso "dark album" che pare possa essere realizzato riunendo le canzoni registrate durante le sessioni di 4:13 Dream e scartate per dare all'album un mood meno cupo.

PS: la foto di Simon Gallup, recuperata su Chain Of Flowers, è di Lorenzo C. L'originale è qui.

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