25 luglio 2009

Benedette ristampe: UK Decay, For Madmen Only

Era stato difficile da trovare per un bel po', ora finalmente viene ristampato questo caposaldo del gothic rock.

Gli UK Decay furono una delle tante meteore del post punk: formatisi nella primavera del 1979, ebbero il tempo di realizzare soltanto una manciata di singoli, qualche EP ed un unico album prima dello scioglimento, avvenuto alla fine del 1982.

Eppure posero le basi per una intera generazione di band che utilizzarono la loro formula per una ben più proficua carriera: Sex Gang Children e Southern Death Cult (poi Death Cult e infine The Cult) sono solo i nomi più noti tra quelli che calcarono le orme del gruppo di Luton, riproponendo l'amalgama di post punk, oscurità e intensità sciamanica.

Questa ristampa è una sorta di raccolta completa: comprende, oltre all'album For Madmen Only del 1981, anche gli EP The Black Cat (1980) e Rising From The Dread (1982), e i singoli For My Country, Unwind e Barbarian.

Vi segnalo inoltre che la Anagram Goth ha ristampato, qualche anno fa, in un unico CD, i due EP pubblicati qualche anno dopo, a nome Furyo, da un organico rimaneggiato ma nel quale comparivano chitarrista, bassista e batterista degli UK Decay.

Si tratta di materiale che si discosta dal gothic rock avvicinandosi maggiormente allo stile più ambient di band come i Cindytalk, ma mantenendo inalterata l'indiscutibile intensità originaria.

Due CD immancabili in una collezione gothic che si rispetti.

18 luglio 2009

The Filth And The Fury, il DVD

La storia di The Great Rock and Roll Swindle ormai la conosciamo tutti, è quasi materia da sussidiario scolastico.
Riassumo dunque solo ad uso e consumo dei più distratti.
Mentre i Sex Pistols si dissolvevano, disgregati dalla propria stessa forza dirompente, Julien Temple montò una sorta di documentario di fantasia sulla band, su mandato del famigerato manager Malcolm McLaren.
E' un'opera discutibile, che trasforma in macchietta una delle più grandi leggende del rock.

Dopo più di vent'anni, nel 2000, Julien Temple tornò però sul luogo del delitto, confezionando The Filth And The Fury.

Ne è uscito un film che affronta la storia della band in modo molto più aderente alla realtà (sebbene questo sia un concetto sfuggente), e molto meno legato al punto di vista di McLaren.

Le vicende delle pistole del sesso vengono ripercorse attraverso filmati d'epoca, spezzoni televisivi e footage inedito. Soprattutto, a differenza del vecchio film, viene narrato dalle vive voci dei membri della band, efficacemente ripresi in controluce in modo da nasconderne i lineamenti di oggi.

Preziosissima la raccolta di materiale d'archivio, la maggior parte del quale proviene dagli armadi dello stesso Temple. Un film imperdibile per chi vuole comprendere il punk delle origini, e da vedere se non altro per recuperare la lunga intervista ad un Sid Vicious steso in sedia a sdraio ma totalmente devastato dall'eroina. Toccante il modo in cui Lydon ancora oggi ricorda l'amico di allora e rivela di sentirsi in colpa per la sua morte.

La mai abbastanza lodata ISBN ha finalmente pubblicato il film in DVD in Italia, in lingua originale (come è giusto) ma con sottotitoli in italiano, in una bella confezione che offre in allegato un volumetto (che fa anche da custodia) con tanto di interventi dello stesso Temple e di Marco Philopat.

5 luglio 2009

John McGeoch (1955-2004)

Ci sono personaggi che attraversano la storia della musica lasciandovi un'impronta profonda, al punto da essere citati come importante fonte di ispirazione da generazioni di successori, ma che non riescono a raggiungere fama e notorietà, se non in ambienti ristretti agli appassionati ed agli addetti ai lavori.

Uno a cui è toccata questa sorte è sicuramente John McGeoch, un chitarrista scozzese molto attivo tra il 1976 e il 1992, anni nei quali si alternò in diverse band dai nomi, questi sì, notissimi: fu infatti nell'organico di Magazine, Visage, Siouxsie And The Banshees, PIL.

McGeoch è stato un artista originale, dallo stile riconoscibile e molto personale. Usciva spesso dagli schemi di genere, ribaltando i clichè chitarristici abituali, e spesso ha delineato nuove traiettorie per lo sviluppo delle band alle quali ha contribuito.
Mi piace sottolineare in particolare un suo tratto caratteristico, quello di scegliere spesso di suonare l'ultima cosa che ci si potesse attendere dallo sviluppo del brano. Non fu un grande solista, ma il suo approccio armonico e il tipico stile negli arpeggi, oltre all'uso creativo dell'effettistica, lo pongono una spanna più sopra e dieci anni più avanti di molti contemporanei.

Iniziò la carriera artistica in pieno punk collaborando a band come The Skids e i Generation X di Billy Idol, prima di approdare ai Magazine di Howard Devoto. Con loro pubblicò i primi tre splendidi album, negli anni tra il '78 e l'80. Il suo apporto a questa grande band è fondamentale, ed anche alla sua creatività si devono gemme come Shot By Both Sides, The Light Pours Out of Me e A Song from Under the Floorboards.

Fece parte anche della formazione dei Visage, il gruppo seminale del movimento new romantic, nato per volontà di Steve Strange. Dal primo album va ricordato almeno il singolo Fade To Grey (1980), baciato da un grande successo commerciale e tuttora presente in qualsiasi compilation anni '80 che si rispetti.

Passò poi ai Banshees, una formazione nella quale, forse per i delicati equlibri interni della band, si sono alternati innumerevoli chitarristi. Tra tutti fu il più stabile (partecipò a 3 album tra l'80 e l'82), e più volte Siouxsie ha dichiarato che John è stato il miglior chitarrista della band e quello che maggiormente ha contribuito a definirne il sound, arrivando una volta a definirlo "il mio chitarrista preferito di tutti i tempi". Gli album nei quali appare in organico sono dei classici e contengono molti dei brani più noti della band: Happy House, Christine, Spellbound, Cascade, Melt!...
Lasciò il gruppo a seguito di un esaurimento nervoso (destino che lo unisce a Robert Smith, che mollò Siouxsie prima di un tour per il medesimo motivo).

Si dedicò poi agli Armoury Show, con i quali pubblicò il primo album, e a vari progetti e collaborazioni (da citare almeno la partecipazione al primo album solista di Peter Murphy).

Entrò infine nei Public Image Limited di John Lydon, gruppo che nella seconda metà degli anni '80 si affacciava al proprio declino, ma che darà alle stampe ancora tre album ricchi di spunti interessanti sebbene non sempre riusciti. Il gruppo si scioglierà definitivamente nel 1992.

Qui in pratica si spegne la carriera discografica di McGeoch. Dopo alcune ulteriori collaborazioni con diversi artisti, e qualche tentativo abortito di mettere insieme una nuova band, si dedicò infine all'attività di infermiere. Morirà nel sonno nel 2004, all'età di 48 anni.

A citarlo come grande fonte di ispirazione sono stati, tra gli altri, The Edge, John Frusciante, Dave Navarro, Johnny Marr, i Radiohead.

Per ulteriori approfondimenti potete partire dalla pagina a lui dedicata su Wikipedia, o dalle note sul sito dei PIL.

Vi propongo una discografia minima:

Magazine: Real Life (1978)
Magazine: Secondhand Daylight (1979)
Magazine: The Correct Use of Soap (1980)
Visage: Visage (1980)
Siouxsie And The Banshees: Kaleidoscope (1980)
Siouxsie And The Banshees: Juju (1981)
Siouxsie And The Banshees: A Kiss in the Dreamhouse (1982)
The Armoury Show: Waiting for the Floods (1985)
Peter Murphy: Should The World Fail To Fall Apart (1986)
Public Image Limited: Happy? (1987)
Public Image Limited: 9 (1989)
Public Image Limited: That What Is Not (1992)