5 marzo 2012

Ristampa per i primi due album dei Sound

L'intera discografia dei Sound (ad eccezione dell'ultimo album, Thunder Up) era stata oggetto di una eccellente opera di ristampa, una decina d'anni fa, da parte della Renascent, una piccola etichetta londinese nata originariamente al solo scopo di dare alla luce l'opera della band di Adrian Borland (salvo poi dedicarsi alla ristampa di altri titoli degli anni '80, vedi ad esempio gli ottimi Comsat Angels).

Sfortunatamente, ad eccezione di pochi titoli (qualche live e le BBC sessions) le ristampe della Renascent sono ormai andate fuori catalogo, rendendo difficile, a chi si avvicinasse adesso a questa eccellente e purtroppo ancora poco nota formazione, accaparrarsene gli album.

I Sound sono stati un gruppo sfortunato sin dalle origini, per motivi che risultano di difficile comprensione a chi si imbatte solo adesso nella loro produzione: i loro dischi contengono elementi seminali che faranno la fortuna di molte altre band (nota la polemica con gli U2). L'ostacolo principale potrebbe essere stata, paradossalmente, proprio la figura di Borland, eccellente interprete in studio ma non particolarmente carismatico sul palco e nelle interviste, a differenza di altri più istrionici personaggi a lui contemporanei che seppero capitalizzare meglio il momento. Una serie di fallimenti commerciali e gravi problemi personali lo porteranno al suicidio nel 1999, senza che una giusta operazione di riscoperta gli avese mai consentito di vedersi riconoscere i propri indubbi meriti storici, se non da una base di fan irriducibili.

I primi due titoli dei Sound, Jeopardy e From The Lions Mouth, vedono in questi giorni una nuova ristampa, ad opera di un'altra piccola etichetta indipendente, la 1972 (artefice nel frattempo di altre ristampe degne di attenzione). I due album vengono rilasciati in una edizione decisamente sobria, in jewel case standard e senza alcuna bonus track. Se non li possedete, vi consiglio caldamente di cogliere l'occasione di porre rimedio a quella che è una mancanza imperdonabile nella vostra collezione.

2 commenti:

Fabio ha detto...

Specialmente From the lion's mouth e' davvero un capolavoro. Ce l'ho in vinile d'epoca cosi' consunto che il CD mi tenta assai.

Come te, anche io ho un blog perche' in troppi mi chiedono di piantarla quando inizio a parlare di musica...

marco inox ha detto...

ciao. mi sono imbattuto per caso nel tuo blog, cercavo notizie della ristampa dei primi due lavori di Adi e i suoi Sound e ho letto il tuo scritto.
che aggiungere?! ho visto due volte 'i ragazzi' dal vivo a milano. nel 1981 e nel 1985, pochi giorni prima di partire per naja... li ho amati alla follia e continuo ad ascoltarli regolarmente nonostante sia 'un vecchietto'...
non ho ancora capito, dopo tutti questi anni, come sia stato possibile che gruppi molto meno talentuosi abbiano avuto più successo dei SOUND... forse perché Adi non aveva presenza sul palco e non era un frontman eccezionale... FORSE... ma ragazzi che compositore era! e la ritmica? boh!? misteri del merdoso mondo dello scioubiz... IMMENSI SOUND, hanno influenzato una caterva di gruppetti minori negli anni successivi... anche piero pelù, in un'intervista di tantissimi anni fa, dichiarò l'amore per questa band e basta ascoltare alcuni brani di Desaparecido per capire l'influenza sulle composizione dei fiorentini...
bravo tu a scriverne, anche se purtroppo non servirà a levarli da quella nicchia dove sono sempre stati :-(
va be', perdona il mio soliloquio. saluti.
marco