27 novembre 2010

Addio Sleazy

Chissà perchè, oggi m'era venuta l'idea di spulciare, artista per artista, il sito della Mute e nello specifico la Grey Area.
Alla pagina dedicata ai Throbbing Gristle mi aspettava una brutta sorpresa.

Volevo bene a Sleazy, soprattutto in quanto metà dei Coil, il mio primo passo nell'industrial grazie allo splendido Horse Rotorvator.

Ma Peter 'Sleazy' Christopherson non era solo uno dei Coil. Negli anni 70 era stato membro dell'agenzia di design Hipgnosis, alla quale si devono le copertine di Led Zeppelin, Pink Floyd, UFO, Alan Parsons Project e tanti altri. Fu il primo a fotografare i Sex Pistols e contribuì all'allestimento delle vetrine del negozio Sex di Malcolm McLaren e Vivienne Westwood. Nel 1976, assieme a Cosey Fanni Tutti, Chris Carter e Genesis P-Orridge fondò i Throbbing Gristle e la Industrial Records, un'etichetta indipendente che letteralmente inventò un nuovo genere musicale. Nel 1981 Sleazy formò gli Psychic TV assieme a Genesis P-Orridge, ma dopo due album si unì al compagno Jhonn Balance per creare i Coil.

Dopo la morte di Balance nel 2004, Sleazy si era trasferito a Bangkok dove aveva continuato la sua attività artistica con diverse denominazioni, oltre a riprendere i contatti con i TG (con i quali stava preparando un nuovo progetto).

Se ne è andato nel sonno, il 24 novembre.

"Peter was a kind and beautiful soul. No words can express how much he will be missed."

9 novembre 2010

The Inevitable Past & The Future Forgotten

Già che ho appena parlato dei Black Heart Procession, segnalo volentieri anche l'uscita del nuovo album dei Three Mile Pilot. Il collegamento tra le due band è strettissimo: i BHP nacquero nel 1997 come side project dei TMP, ad opera del cantante Pall Jenkins e del tasterista Tobias Nathaniel. Nel frattempo, l'altra metà dei TMP (il bassista Zach Smith e il batterista Tom Zinser) ha dato vita ai Pinback, che non sono esattamente la mia "cup of tea" ma hanno suscitato a loro volta un certo interesse.

The Inevitable Past Is The Future Forgotten è il quarto album a nome Three Mile Pilot ed il primo a vedere la luce da 13 anni a questa parte. Il tempo trascorso si è fatto sentire, e le nuove esperienze musicali anche, cosicchè il disco, che pure affonda le radici nel precedente repertorio della band, spazia anche in territori inusuali per il quartetto così come lo si era lasciato ai tempi di Another Desert, Another Sea.

A me l'album è aggradato molto, più delle precedenti prove del quartetto, che pure sono a loro modo dei piccoli gioiellini alternative da riscoprire per chi fosse stato distratto all'epoca. Magari per qualcun altro sarà una delusione, visto che pur essendo un disco privo di qualsiasi compromesso, è anche il più accessibile della carriera del gruppo. Un po' una conseguenza delle esperienze vissute nel frattempo dai musicisti, ma non è un male, perchè si sentono le medesime vibrazioni dell'Inevitable Past, intatte e piuttosto intense, ma anche una pulsione verso quel Future che, essendo stato solo immaginato, non potrà che essere Forgotten.

7 novembre 2010

Joy Division plus minus

E' in arrivo l'ennesima operazione di vampirizzazione del nome Joy Division: la Rhino ha annunciato l'imminente pubblicazione di un lussuoso boxset che in 10 vinili da 7" raccoglie tutti i singoli pubblicati dalla band, oltre ad altri che sono stati praticamente "immaginati" per l'occasione ma che nella realtà storica non furono mai pianificati ne' pubblicati dalla Factory.

Ora, senza nulla togliere alla bellezza dell'oggetto in se', e senza voler sminuire la passione dei collezionisti che si sentiranno vibrare qualcosa dentro e non resisteranno all'acquisto di cotanta roba, sono veramente basito dal livello al quale si possa giungere pur di continuare a far quattrini senza sforzo. La tracklist è di soli 20 brani totali, nessun inedito è stato aggiunto (anche perchè di veramente inedito non resta praticamente nulla) , e l'unica cosa interessante (il nuovo artwork originale di Peter Saville) è disponibile solo nella edizione "Deluxe" limitata (e ovviamente già esaurita prima ancora di venire messa in vendita).

Se veramente amate la musica dei Joy Division, e desiderate ascoltare qualcosa che non avete mai ascoltato prima, puntate il vostro browser su questo indirizzo. Troverete pane per i vostri denti, garantito.

Black Heart Procession in the mix

E' diventata un po' una moda nell'ambiente indie, e così anche i Black Heart Procession danno alle stampe il loro primo album di remix.

Inutile dire che una band come i BHP potrebbe avere difficoltà a farsi accettare in questo formato dai propri fan, e infatti il disco oscilla un po' indeciso tra remix veri e propri, rielaborazioni e inediti dalla struttura aperta.

Il CD è strutturato come la somma di due EP (che però non sembrano esistere separatamente, io almeno non ne trovo traccia): Blood Bunny e Black Rabbit. Un totale di 8 canzoni in 40 minuti.

Il risultato non è del tutto malvagio, ma non si avvicina neppure lontanamente al valore degli album. Insomma, un'onesta chicca per i fan - ma non consiglierei a nessuno di andare alla scoperta di questa band partendo proprio da qui (se non li conoscete, ascoltate almeno Two e Three, potreste ringraziarmi).

Momento di picco: la versione di Freeze elaborata da Lee "Scratch" Perry, un accostamento che non avrei mai pensato di vedere realizzato in natura.

1 novembre 2010

Ristampe succose dai favolosi anni 80 (parte 4)

Propaganda: ovvero della grandezza e delle miserie della ZTT Records, ovvero dell'irruzione di Düsseldorf nella Londra degli anni '80, ovvero "all that we see or seem is but a dream within a dream", ovvero un solo disco per restare nella storia del pop.

In origine c'erano Ralf Dörper (dei Die Krupps), Andreas Thein e Susanne Freytag, che iniziarono a sperimentare un mix di industrial, pop e punk in suolo germanico. Vennero poi, dopo un trasvolo della band a Londra, gli innesti di Michael Mertens e Claudia Brücken. E venne Paul Morley, il giornalista-teorico che aveva fondato la ZTT assieme a Trevor Horn, e che vide nel quintetto (poi quartetto, dopo l'abbandono di Thein) un cavallo di razza sul quale puntare per l'etichetta da poco avviata.

E vennero infine i singoli, una sferzata di innovazione ed originalità nel panorama del pop targato 1984, che viveva un ormai inarrestabile paludamento. Dr. Mabuse, Duel, P-Machinery erano il risultato di un sonoro impatto tra le radici industriali della band e la produzione ipertrofica e levigante della ZTT. L'etichetta fece la fortuna della band ma ne decretò anche la rapida disgregazione, secondo uno schema che si rivelò purtroppo condiviso tra tutti i gruppi che avevano firmato per la label. Alla fine del tour che seguiva la pubblicazione del primo e unico album, il gruppo si incartò in una devastante controversia legale relativa al contratto firmato con Trevor Horn, e finì con lo sciogliersi.

A Secret Wish fu un album travagliato: Horn, all'epoca impegnata nel lancio dei Frankie Goes To Hollywood, non riuscì a produrlo per motivi di tempo, ma la pressione esercitata da Paul Morley (che nel frattempo aveva sposato Claudia Brücken) fece sì che se ne occupasse S. J. Lipson, tecnico di fiducia di Horn e abile manovratore di synth e sequencer (la band ebbe a disposizione il Fairlight degli Art of Noise) oltre che orchestratore delle numerose collaborazioni che arricchirono l'album come era nel più puro stile ZTT (appaiono Steve Howe e David Sylvian tra numerosi altri). Uscito su vinile nel 1985, il disco fu seguito da una edizione in CD che per l'epoca era una cosa decisamente rara. Il metodo della label non consentiva di accettare che l'edizione su compact disc fosse una semplice rimasterizzazione del master originale realizzato per il vinile: l'album fu dunque re-mixato (col risultato che diversi brani ebbero una durata decisamente differente) e masterizzato nuovamente in digitale.

Inutile dire che seguirono diverse versioni dei singoli, tracce aggiuntive nei maxi-single, oltre ad un intero album di versioni remixate (Wishful Thinking). Si iniziò anche a parlare di misteriose versioni alternative presenti negli archivi della ZTT...

Finalmente giunge una mastodontica ristampa in due CD che riporta alla luce questo grande classico riunendo le versioni dell'edizione analogica e quelle dell'edizione digitale, oltre a fornire sul secondo disco una grande quantità di B-sides, remix e soprattutto i 20 minuti di Do Well, prima versione dei pezzi dei Propaganda che all'epoca conobbe una edizione solo su cassetta.

Vi rimando all'apposita pagina su Discogs per tutti i dettagli da maniaci collezionisti.