7 luglio 2013

Editors: The Weight of Your Love

Per qualche motivo continuo ad interessarmi agli Editors, e quindi eccomi qui a discettare del nuovo The Weight Of Your Love, dopo aver sostanzialmente massacrato 4 anni fa il precedente In This Light And On This Evening.

Quarto disco di studio, e primo senza il chitarrista fondatore Chris Urbanowicz, l'album sbaraglia ogni aspettativa e abbandona completamente gli arrangiamenti elettronici del precedente, puntando invece in modo deciso su sonorità chitarristiche di matrice pop-rock.

Un cambio di pelle quasi incredibile, se non fosse stato effettuato da una band che ha già dato prova di essere capace di rinnegare rapidamente il proprio passato senza troppe preoccupazioni. E non è certamente questo il problema, anzi, va ammirata la capacità di rinnovarsi.

Il singolo trainante è stato A Ton Of Love, una canzone indiscutibilmente riuscita, molto orecchiabile e con un refrain ("Desire, desire,...") che solo ai più distratti o (sia detto in senso neutro, per carità) crassamente ignoranti, può non aver riportato alla mente i Simple Minds della seconda metà degli anni '80. Incredibile: una band può passare dal quasi plagio dei New Order al quasi plagio dei Simple Minds, e continuare a sostenere di ispirarsi ai R.E.M. (leggere per credere).N.B. so che è facile dire che plagiano gli U2, ma bisogna citare sempre l'originale e mai una copia.

Ben confezionate anche la canzone di apertura The Weight, come la seconda traccia Sugar, poi giunge il già citato singolo, ma da qui in avanti il resto dell'album è noia mortale: a partire dalla terribile What Is This Thing Called Love (in cui la band entra in "modalità Coldplay") è un susseguirsi di brani che, a prescindere dagli arrangiamenti, sembrano scritti controvoglia e senza alcuna ispirazione. Si salva qualcosina verso la fine ma ormai l'abbiocco è partito e ci si dimentica anche di registrare il nome del brano "meno peggio".

Ciò nonostante, sono qua a citare l'album per alcuni buoni motivi:
- la voce di Tom Smith non passa inosservata, e sarebbe degna di migliori composizioni, per quanto lui cerchi di rovinarsi inanellando un'imitazione dietro l'altra;
- la critica musicale (con le dovute eccezioni, naturalmente) continua a paragonarli alle cose più improbabili, dimostrando quanto poco vengano ascoltati gli album, e questo mi stuzzica sempre (ragazzi, parlare ancora di parallelismi tra questa band e i Joy Division... leggete in giro e ditemi se non è imbarazzante);
- i rari brani azzeccati dalla band sono molto belli, e ormai siamo giunti al punto in cui, con le canzoni buone dei quattro album partoriti fino ad ora, si potrebbe fare un ottimo unico album (pare poco, ma non sono molte le band degli anni '00 di cui si possa dire la stessa cosa).