16 luglio 2007

Addio al bollino?

In Italia ci sono due linee di pensiero in merito al bollino SIAE.
In primis ci sono quelli che lo odiano perché deturpa i supporti sui quali è incollato. A questi si contrappone la più ridotta schiera di quanti invece lo odiano perché sono costretti dalla legge ad applicarlo ai propri supporti CD/DVD da mettere in vendita.

Per tutti coloro che dovessero appartenere alla terza categoria (ossia quelli che non sanno cosa sia il bollino SIAE), potrebbe essere utile dare una scorsa alla pagina informativa sul
contrassegno, disponibile sul sito della SIAE medesima:

http://www.siae.it/utilizzaopere.asp?link_page=contrassegni_bollino.htm

Non vorrei dare l'impressione di essere tra coloro che non danno peso al problema della pirateria. Onde evitare fraintendimenti, specifico subito che considero la pirateria (quella vera, ossia la duplicazione e messa in vendita di copie contraffatte) un danno piuttosto serio per l'industria e per gli artisti.

Ciò detto, il problema di fondo sta nel fatto che il bollino in questione, pensato come "strumento di autenticazione e di garanzia, ad uso sia delle Forze dell’Ordine che del consumatore" al fine di poter "distinguere il prodotto legittimo da quello pirata", ha effetti spesso dannosi su chi produce musica e su chi ne consuma, producendo situazioni paradossali (di cui parlerò nel seguito) e incrementando non di poco la già diffusa antipatia popolare nei confronti della SIAE (la quale, ricordiamolo, sarebbe in effetti la "Società Italiana Autori ed Editori", ma viene invece diffusamente percepita come un incrocio tra l'anonima sequestri e la Gestapo).

Innanzi tutto diciamo che i costi di produzione (e soprattutto quelli di auto-produzione) della musica in Italia diventano spesso insostenibili anche (non soltanto, purtroppo) per il costo del bollino, il quale va a gravare su una situazione già poco rosea per chi voglia realizzare musica in modo indipendente nel bel paese.

La buona notizia però è che la validità della normativa in merito ai bollini è stata messa in discussione in un caso giudiziario che sta facendo notizia tra gli addetti ai lavori.
In sintesi, si tratta di un caso penale nel quale un cittadino austriaco è accusato, in quanto rappresentante legale di una società italiana, di aver commercializzato alcuni CD ROM privi del bollino.

Il tribunale ha ritenuto opportuno chiedere una verifica alla Corte di Giustizia europea in merito alla legittimità della legge italiana che richiede la "bollinatura" dei supporti.
La legge in vigore in Italia appare infatti in contrasto con la normativa europea, la quale richiede che gli stati membri che intendano adottare una normativa tecnica, debbano prima notificare il progetto legislativo alla Comunità Europea.

Ciò non è stato fatto dall'Italia, la quale infatti si ritrova ad avere una norma in materia differente dagli altri paesi europei. La Commissione ha affermato che le norme italiane sono state effettivamente emanate in violazione del diritto comunitario, ossia senza che ci fosse stata alcuna comunicazione alla Commissione.

Per chi volesse approfondire i dettagli consiglio di leggere l'articolo pubblicato da Punto Informatico:
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2031028

Segnalo anche una pagina più "tecnica":
http://www.civile.it/news/visual.php?num=42508

Ma al di là delle questioni tecniche e legali, non penso di essere il solo a tirare un respiro di sollievo nell'apprendere che il bollino viene contestato a livello europeo. E' questa infatti l'unica speranza che abbiamo di poter vedere, un giorno non tanto lontano, abolito questo odioso sistema medievale di "timbratura" dell'opera dell'ingegno.
Un sistema che attualmente, oltre al già citato effetto su chi la musica la produce, ha per tutti i fruitori della musica uno svantaggio almeno duplice.
Innanzi tutto (e per un collezionista come me questo è un punto molto sentito) deturpa l'artwork del CD e/o DVD, soprattutto quando si tratta di un bel packaging in cartone, e proprio per questo dal maggior valore estetico. Ho visto veri e propri obbrobri che gridano vendetta, e spero in futuro di non vederne più.
In seconda istanza l'apposizione del bollino genera un paradosso: un CD originale e legalmente acquistato può essere considerato illegale, e il proprietario passibile di sanzione, se solo manca il bollino. Il quale può mancare perché era stato incollato alla plastica protettiva, che è andata via subito dopo l'acquisto (dovrò pur aprirlo il CD), oppure perché la custodia di plastica si è rotta e ho dovuto cambiarla (succede al 10% almeno dei CD) , ma anche perché mi faceva schifo lì dov'era (mai capitato che sia incollato sui titoli dei brani?) e ce l'ho tolto (provate con lo Svelto, fa miracoli, mai usare invece l'alcool e spugne abrasive).

Oltre alla rimozione di questi spiacevoli inconvenienti, l'eventuale dichiarazione di illegittimità del bollino può aprire uno spiraglio a quanti utilizzano legittimamente copie dei propri dischi originali (copie perfettamente legali e previste dalla legge) per l'ascolto di musica in auto o al mare, oppure (e qui si tocca un punto davvero dolente) per poter svolgere l'onestissimo lavoro di DJ.
Attualmente, infatti, in caso di ispezione la SIAE può comminare salatissime multe a chi venga "beccato" in possesso di copie, in quanto queste mancano del bollino, anche nel caso in cui l'accusato possa dimostrare in modo indiscutibile il possesso degli originali.

Non vedo l'ora di poter dire all'ispettore SIAE che la sua multa può infilarsela su per il... naso.
Come dite? Che troveranno un altro cavillo per fare lo stesso la multa? Beh, almeno fatemi sognare un po'.

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