1 ottobre 2007

Radiohead? For download only

La buona notizia è che il nuovo album dei Radiohead è pronto per la pubblicazione. Dell'album si sa che il nome è "In Rainbows" e non molto altro.
L'altra notizia (deciderò poi se definirla cattiva) è che l'album, almeno per ora, non uscirà negli abituali negozi di CD.
Il sito dei Radiohead ci informa infatti che l'album sarà disponibile soltanto in due versioni, entrambe accessibili solo tramite web: download oppure boxset.
L'assoluta novità rispetto ad altre iniziative analoghe è che la versione download non ha un prezzo prefissato: starà a chi scarica decidere quanto pagare per avere In Rainbows sul proprio PC. Questo apre la porta a chi volesse procurarsi l'album a cifre irrisorie o a zero euro, ma consentirà anche a chi apprezzasse molto il gruppo di premiarlo con cifre più alte dei canonici 20 euro.
I Radiohead sono senza contratto discografico dall'uscita di Hail To The Thief e questa mossa sembra un vero e proprio schiaffo all'industria discografica. Neppure Apple si è salvata: il gruppo ha infatti rifiutato anche di mettere in vendita l'album su iTunes.
Insomma, i Radiohead viaggiano assolutamente da soli, ed hanno in un sol colpo scaricato le case discografiche e risolto brillantemente il conflitto con il p2p (perchè scaricare l'album dal mulo quando puoi farlo gratis dal sito ufficiale?).
La versione boxed è tutta un'altra storia: sarà composta di 2 CD, comprendenti anche brani in più rispetto alla versione download, di 2 LP in vinile con gli stessi brani presenti sui CD, e di vario altro materiale (booklet, foto). Anche la versione boxed sarà acquistabile solo dal sito: niente distribuzione nei negozi, almeno per ora. Peccato per il prezzo: 40 sterline, circa 57 euro.

Ora, mi rendo perfettamente conto dei motivi che hanno ispirato l'operazione, e trovo lodevole il tentativo di percorrere strade diverse da quelle tradizionali.
Non capisco però perchè i Radiohead debbano offrirmi solo due soluzioni agli antipodi tra loro: accontentarmi di musica in formato compresso (per quanto a prezzo libero) oppure decidere di spendere un capitale per la versione di lusso. Se tutti seguissero questa via, è ovvio che l'acquisto dell'originale diventerebbe cosa per collezionisti molto danarosi.
Non avrei disprezzato una onesta edizione in doppio CD oppure in doppio vinile, a prezzo dimezzato (20 sterline sarebbe stato ragionevole).

Il problema, dal mio punto di vista, è in ciò che leggo dietro queste scelte. Se accettiamo che sia definitivamente tramontata l'epoca del disco acquistato in negozio (e i segnali sono tanti), si apre uno scenario preoccupante per la diffusione della musica. Quanti artisti potranno sostenere le spese per autoprodursi un album e aspettare che le vendite online rendano un utile vantaggioso? Quanto potrà reggere il modello iTunes? E perchè dovrei adattarmi ad acquistare musica a qualità più bassa di quella del CD?
Non vorrei che dalla crisi dell'industria musicale (che non è crisi economica ma d'identità) ne venisse danneggiata la musica.

Insomma, valuterò poi se questa è, in effetti, una cattiva notizia.

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