23 ottobre 2007

Splendente Parov

Parov Stelar è l'intrigante pseudonimo utilizzato dal DJ e produttore Marcus Füreder (nonchè grande capo dell'etichetta Etage Noir Recordings) per la pubblicazione dei suoi lavori come musicista.
Un paio d'anni fa era stato proprio il moniker ad incuriorismi, imbattutomi per caso nella copertina del suo secondo album, Seven and Storm. Quel disco, ascoltato in negozio, mi era parso decisamente splendido.
Normalmente non sono particolarmente interessato a cose così house, ma qui si tratta di qualcosa in più. Nei dischi di Parov Stelar si mescolano infatti una straordinaria fascinazione per il jazz ed una il solida cultura elettronica, giocando sui punti di incontro naturali tra la scuola house austriaca e il piùclassico intrettenimento jazz da club: una certa propensione ai toni languidi ed all'oscurità, accenni malinconici sapientemente calcati, una ideale collocazione nella fumosa ambientazione da banco bar all'ora di chiusura, con in mano l'ultimo bicchiere.

Rough Cuts, primo album del 2004, poneva già in evidenza le ottime potenzialità dell'artista austriaco, capace di sfruttare al meglio le splendide voci a disposizione e gli ottimi strumentisti che partecipavano all'album. Solo qualche scivolone in alcuni brani un po' troppo leggeri impediva che il disco fosse un capolavoro.

Seven and Storm, del 2005, centrava invece la formula, con atmosfere languide e bilanciamento perfetto tra voci ed elettronica.

Shine, di recentissima pubblicazione, conferma i punti di forza del precedente e spazia un po' di più in ambienti elettronici. Il disco ha un avvio che sa più di radiofonico, con un paio di brani piacevolmente vivaci, per poi tornare ad atmosfere più rarefatte, fino a sfruttare, verso la fine, formule house più tradizionali. Un disco variegato che riesce a portare avanti un discorso che rischiava di appesantirsi dopo la seconda uscita, e invece dà prova dell'assoluta maestrìa di Füreder/Parov.

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