20 giugno 2009

Eternal Sonic Youth

Il milionesimo disco dei Sonic Youth esce per una piccola etichetta, dopo quasi un decennio con la Geffen. Cambierà qualcosa? No, certo.

C'è poco da fare: The Eternal è, appunto, il milionesimo album della band americana, e suona esattamente come uno si aspetta che possa suonare - e lo scrive uno che quei dischi ce li ha tutti, tanto per capirci.

Siamo dunque davanti ad un altro lavoro in cui il compitino è stato eseguito diligentemente, con dei buoni pezzi, con dei pezzi meno buoni, con qualche spunto più "sonico" e qualche momento più pop (quale dei due prevalga è difficile dirlo) e con una bella confezione che non guasta mai.

Ce l'ho con la band di Lee Ranaldo? Per niente. Anzi, mi piacciono ora forse più di quanto mi piacessero in passato. Però mi domando davvero a cosa serva un album nuovo ogni due (stavolta tre) anni, quando è del tutto evidente che si suona sempre la stessa canzone e che non c'è alcuno spunto di innovazione nell'aria da Daydream Nation in poi.

Una band con la parola youth nel nome avrebbe dovuto valutare meglio il rischio di dover gestire la propria mezza età (e incipiente senescenza) senza rischiare il ridicolo. Ciò detto, l'album non è peggiore del precedente, anzi, forse è uno dei migliori da un po' di tempo a questa parte, e lo si ascolta con piacere. Per cui, fate come me: compratelo, ascoltatelo un paio di volte, catalogatelo con precisione di fianco agli altri. Tra un po', probabilmente, lo riscoprirete.

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